Recensione "La ragazza dai fiori di vetro" di Tilar J.Mazzeo
Editore:
Piemme
Collana:
Piemme voci
Anno edizione: 2017
Pagine:
336 p.
, Rilegato
32° nella classifica Bestseller di
IBS Libri - Storia e archeologia - Storia - Specifici eventi e argomenti
- Genocidi e pulizia etnica
EAN: 9788856638158
Prezzo epub: 9,99 cartaceo: 18,50
Nell’autunno del 1943, nella Polonia occupata dai nazisti, e forse in
tutta Europa, non esisteva un posto più spaventoso di quello: il
quartier generale della Gestapo a Varsavia.
Erano ormai migliaia i nomi scritti su sottili cartine da sigaretta. Una lista di oltre 2.000 nomi di bambini ebrei con accanto le identità false che li avrebbero salvati. Da quando i nazisti avevano creato il ghetto di Varsavia, Irena aveva convinto i loro genitori ad affidarglieli per nasconderli presso famiglie cattoliche o conventi in tutta la città e la campagna. A guerra finita l’archivio, come lo chiamava lei, sarebbe servito a restituire ai bambini la loro identità. Pochissime persone erano al corrente dell’esistenza di quelle liste, erano informazioni troppo pericolose da condividere. Il giorno in cui viene prelevata e condotta al quartier generale della Gestapo di Varsavia, Irena è terrorizzata. Nell’autunno del 1943, nella Polonia occupata dai nazisti, e forse in tutta Europa, non esisteva un posto più spaventoso di quello. Tutti sapevano cosa succedeva là dentro, e lei pregava di farcela a reggere alla tortura, di non tradire nessuno. Molte vite dipendevano da lei. I suoi compagni della rete clandestina, il suo amato Adam, anch’egli nella resistenza, tutti i polacchi che offrivano il loro aiuto. E soprattutto i bambini. Solo lei poteva decifrare quegli elenchi e se le fosse successo qualcosa, tutto sarebbe andato perduto. Mentre l’auto si avvicinava alla sua lugubre destinazione, Irena pensava che doveva farcela, l’aveva promesso a quei genitori che erano saliti sui treni per Treblinka con l’unico sollievo di aver messo in salvo i loro figli. Ancora non sapeva che solo quell’esercito di bambini indifesi e nascosti poteva salvarla.
Erano ormai migliaia i nomi scritti su sottili cartine da sigaretta. Una lista di oltre 2.000 nomi di bambini ebrei con accanto le identità false che li avrebbero salvati. Da quando i nazisti avevano creato il ghetto di Varsavia, Irena aveva convinto i loro genitori ad affidarglieli per nasconderli presso famiglie cattoliche o conventi in tutta la città e la campagna. A guerra finita l’archivio, come lo chiamava lei, sarebbe servito a restituire ai bambini la loro identità. Pochissime persone erano al corrente dell’esistenza di quelle liste, erano informazioni troppo pericolose da condividere. Il giorno in cui viene prelevata e condotta al quartier generale della Gestapo di Varsavia, Irena è terrorizzata. Nell’autunno del 1943, nella Polonia occupata dai nazisti, e forse in tutta Europa, non esisteva un posto più spaventoso di quello. Tutti sapevano cosa succedeva là dentro, e lei pregava di farcela a reggere alla tortura, di non tradire nessuno. Molte vite dipendevano da lei. I suoi compagni della rete clandestina, il suo amato Adam, anch’egli nella resistenza, tutti i polacchi che offrivano il loro aiuto. E soprattutto i bambini. Solo lei poteva decifrare quegli elenchi e se le fosse successo qualcosa, tutto sarebbe andato perduto. Mentre l’auto si avvicinava alla sua lugubre destinazione, Irena pensava che doveva farcela, l’aveva promesso a quei genitori che erano saliti sui treni per Treblinka con l’unico sollievo di aver messo in salvo i loro figli. Ancora non sapeva che solo quell’esercito di bambini indifesi e nascosti poteva salvarla.
Vedendo a primo impatto questo libro si può pensare che si tratti della solita storia sulla seconda guerra mondiale, ma in realtà non è così.
"La ragazza dai fiori di vetro" è un libro da due storie che si intrecciano e che si incastrano alla perfezione, con dei salti nel tempo che non fanno altro che spingere il lettore ad essere assetato della storia e deciso a non volerla lasciare ad ogni costo.
La scrittrice, all' inizio del libro, spiega le circostanze che l'hanno spinta a scrivere di Irena.
Si trova a Cracovia, dal fratello e dalla cognata, che le raccontano ciò che, una volta, vi era nei pressi di quella zona: il campo di concentramento di Auschwitz. Così inizia un viaggio, per la scrittrice, nella memoria della gente che ha subìto e che vive costantemente nel ricordo delle povere persone uccise in tal violento modo.
Irena è una donna dall'animo rivoluzionista, come suo padre, che salva i bambini ebrei dal ghetto e che scrive su delle cartine i nomi in un codice.
Irena è una donna dall'animo rivoluzionista, come suo padre, che salva i bambini ebrei dal ghetto e che scrive su delle cartine i nomi in un codice.
Una storia nuova perchè vera, scritta alla perfezione in un modo che nessun altro avrebbe potuto fare. Un capolavoro, lo definirei, quindi gli dò 5 stelle stra-meritate.
Ve lo consiglio assolutamente!
Grazie alla Piemme per la copia!
Questo genere di libri è interessantissimo! Mi piacerebbe leggerlo😆
RispondiEliminaSono sempre io, avevo sbagliato profilo 😶😂
RispondiEliminaSto rimbambendo+ questo è il mio profilo ufficiale 😂
RispondiEliminaFammi sapere se lo leggi! Se ti interessa ho addocchiato una copia usata su Libraccio a 9,99
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