Recensione in lingua: "Horrorstör" di Grady Hendrix

Ciao a tutti! Con ottobre ben che avviato possiamo parlare di horror senza sembrare dei pazzi (e parlo per esperienza personale). Oggi vi porto un libro perfetto per la stagione, tutto in preparazione all’incetta di horror movie di Halloween.


Ecco la trama tradotta da noi:



Qualcosa di strano sta succedendo ad Orsk, il negozio di arredamento di Cleveland, Ohio. Tutte le mattine gli impiegato trovano librerie Kjerring rotte, calici Glans frantumati e armadi Liripip distrutti. Le vendite sono a ribasso, le telecamere di sicurezza non rivelano nulla e gli store managers sono in panico.
Per svelare il mistero tre dipendenti decidono di svolgere un turno di nove ore, dal tramando all’alba. Nel mezzo della notte, perlustrano il piano espositivo vuoto e investigano investigano strane visioni e suoni per affrontare orrori che sfidano l’immaginazione.
Una classica storia di casa infestata si sposta in un ambientazione contemporanea, Horrorstör è confezionato come un catalogo di ordinazione per corrispondenza, completeto di illustrazione dei prodotti, un modulo per ordinare da casa e una mappa del labirintico piano espositivo di Orsk.

Horrorstör by Grady Hendrix

Horror

Prezzo: cartaceo 13.02, ebook 1.49

Livello di difficoltà: medio-alto (ci sono diversi termini che hanno a che fare con l’arredamento)


Un primo punto positivo è la velocità con cui si legge questo libro, perfetto per chi come me è alla ricerca di letture spooky ma non eccessivamente lunghe (insomma, tutti vorremmo leggere It di Stephen King, ma…). Un lato negativo è il registro linguistico: siamo ad Orsk (Ikea in tutto e per tutto) e c’è un’abbondanza di vocaboli che hanno a che fare con l’arredamento o con il commercio, niente di impossibile… solo c’è da tenere google traduttore vicino.
La narrazione si concentra su Amy, e quando l’azione entra nel vivo (il negozio prende vita per intenderci) la cosa è un po’ un peccato perché avrei voluto vedere cosa accade agli altri personaggi, abbiamo sì dei brevi attimi, quando Amy entra in contatto con loro, in cui possiamo avere un’idea del loro supplizio… Ma io volevo vedere per bene la cosa.

La narrazione inizialmente è ironica, quasi sarcastica, e ben riflette il carattere di Amy, poi si modifica per meglio adeguarsi al cambio di atmosfera del racconto. Ottimo modo per cambiare l’atmosfera è stato anche quello di avvalersi delle immagini a inizio capitolo: inizialmente abbiamo queste descrizioni di mobili innocue, poi questi oggetti di arredamento si trasformano in strumenti di tortura. Amazing. Potrei aprire un intero capitolo sul design del libro (ha le fattezze di un catalogo dell’Ikea con inclusi i moduli, come quelli di valutazione dei dipendenti) ed è tutto a beneficio del lettore, che si trova dentro al negozio in un secondo, con la divisa e le scarpe da ginnastica annesse.
Hendrix è bravo a giocare con questa ambientazione così originale, e ha una creatività che è una ventata d’aria fresca. Avete paura dei topi? Nel libro li trovate. Paura di essere sepolti vivi? In Horrorstör ci sono degli armadi e non verranno usati per tenerci dei vestiti. Paura di affogare? Hendrix lavora anche con questo.
Paura dei negozi di notte? No? Beh, da oggi forse un poco la avrete. (A me un po’ di inquietudine la mettevano già prima, sono contenta di aver trovato qualcuno che ha sviluppato la cosa).




L’unica pecca reale del libro, o per meglio dire una mia personale delusione (sempre che di delusione si possa parlare) è che Horrorstör sembrava voler fare con la cultura dell’etica aziendale e del consumismo programmato quello che La notte dei morti viventi ha fatto con i temi caldi della società degli anni Sessanta e Settanta, ma l’obiettivo si è perso per strada. Peccato, perché sarebbe stata la ciliegina sulla torta; un po’ di sana critica sociale. 

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