Recensione "Mai più innamorata" di Cecile Bertod
Daphne è una famosissima autrice di romanzi erotici e per il suo ultimo libro ha appena firmato un contratto con un anticipo da capogiro. Però, dopo aver incassato l’assegno, la sua ispirazione si è come bloccata. Non risponde alle numerose email del suo editore e si barrica dentro casa, fino a quando non decide di ascoltare il consiglio del suo commercialista, che le propone di tornare nel paesino in cui è nata e trascorrere lì qualche giorno in totale relax. Sperando di trovare la giusta concentrazione, Daphne va quindi a Banff, ma le cose non migliorano affatto. Tutt’altro. A renderle la vita impossibile ci pensa Edward, un architetto che ha un conto in sospeso con lei, perché uno dei suoi libri gli ha causato non pochi problemi... Eppure, anche se è difficile da ammettere, Daphne si rende ben presto conto che riesce a scrivere solo quando vede Ed. E lei non intende in alcun modo rinunciare alla possibilità di terminare il suo romanzo... Per trovare l'ispirazione, la migliore cura è seguire il cuore... «Cecile Bertod ha uno stile impeccabile, una grammatica perfetta e un esilarante senso dell’umorismo.» Anni Di Nuvole «La Bertod non sbaglia un colpo!» Greta Booklovers «La Bertod riesce a ironizzare su tutto senza cadere nemmeno per un secondo nel banale.» Sognando Tra Le Righe Cecile Bertodè una restauratrice archeologica e vive a Napoli. Tra un restauro e l’altro, ama leggere. Ha iniziato a scrivere con un fantasy, poi ha proseguito con il rosa. Nutre una certa avversione per i nerd, le cene alla romana e la piastra per i capelli. La Newton Compton ha già pubblicato, con notevole successo, Non mi piaci ma ti amo, Nessuno tranne te, Ti amo ma non posso, Dopo di te nessuno mai, C’era una volta a New York e Mai più innamorata.
Con
“Mai più innamorata” Cecile Bertod si conferma la regina indiscussa del chick lit. I suoi romanzi, infatti, sono
i migliori nel genere dai tempi di Bridget Jones.
Lo
stile è incalzante. Brioso. Mordace. Tutto è narrato con un’ironia dirompente,
che, da sola, varrebbe già l’intero libro.
E,
invece, c’è ancora tanto, tanto di più…
Ad
esempio, ci sono i protagonisti, Daphne ed Edward, due adorabili
“squinternati”, che porterete nel vostro cuore dalla prima all’ultima riga. La
versione 2.0 dei loro celeberrimi predecessori Sandy e Thomas di “Non mi piaci
ma ti amo”. Decisamente più brillanti e d’impatto, cresciuti di pari passo con
lo stile dell’autrice, che, per quanto mi riguarda, con questo libro ha raggiunto
il suo picco di massimo splendore e, per inciso, io ho sempre adorato tutto
quello che ha scritto.
E
c’è la storia, esilarante oltre ogni limite, e non è tanto per dire… Roba
che vi ritroverete a ridere da sole come delle sceme, mentre il vostro gatto vi
osserva con lo sguardo fra il perplesso e il preoccupato.
Perché
Cecile Bertod è questo. Oltre ad essere la “Re Mida” della letteratura
contemporanea italiana, è anche l’amica di tutte noi, trentenni single medie.
Colei che, attraverso la sua penna, riesce a portare alla luce le nostre più
comuni e malsane abitudini, le nostre stramberie ricorrenti, i nostri sogni
infranti, i “tormenti” che affliggono tutte noi trasformandoli in un
capolavoro.
Nessuna,
e dico nessuna, potrà sentirsi non chiamata in causa fra le pagine di questo
libro. Che sia per la famiglia “ingombrante”, per un “momento no” sul lavoro,
per l’odiosa tendenza a trovare uomini che ci chiamano con il nome di un’altra,
o, semplicemente, perché avremmo bisogno di evadere un po’ non ci sarà
difficile solidarizzare con la “povera” Daphne. E, alla fine, ci sarà ancora
più facile trovarci a sognare d’incontrare sulla nostra strada un imprenditore
edile un po’ “sfigato”, vagamente goffo, “assetato di vendetta” e così
incredibilmente “tenero” come Edward. Perché, in fondo, quello che sogniamo
tutte “… È una persona normale. Di quelle
a cui si arrossa il naso quando hanno il raffreddore e che ti girano per casa
pensando di essere prossime alla morte, solo perché gli è salita la temperatura
a trentasette e mezzo. E non è di quelli che non cadono mai, che vivono vite
dissolute in cerca di donne che li redimano senza fare nulla. No, loro
sbagliano davvero. Si arrabbiano. Cadono. Hanno paura…”.
Beh,
che altro aggiungere?!?!?!
Oddio che carinaaaaa <3 Quanti bei ricordi mi lasciate, non so che dire. Grazie mi sembra doveroso =)
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