Intervista a Carme Chaparro, autrice di "Non sono un mostro" edito Sem

      

Giornalista spagnola e autrice, Carme Chaparro esordisce con "Non sono un mostro", scalando le classifiche e conquistando la casa editrice Sem, che ne acquisisce i diritti, portandolo anche in Italia. 
Ecco la nostra intervista. 



Come è nata l'idea di scrivere un thriller?
E’ nata da un finale. Un giorno, tornando a casa, non riuscivo a smettere di pensare a una notizia che avevo letto durante il telegiornale. Mi chiedevo se quella storia, raccontata in altra maniera – cambiando la motivazione e il colpevole avrebbe potuto essere un buon finale per un thriller. Arrivata a casa mi misi a scriverlo e da lì non mi son più fermata. Forse è per questo che il finale è così impattante, così inaspettato, perché tutta la trama è un gioco di specchi che porta alla grande rivelazione degli ultimi capitoli

Per quale motivo ha scelto come ambientazione Madrid? 
Quasi tutto il libro si svolge a Madrid e in minima parte a Barcellona. Volevo che la storia fosse realistica, per questo l’ho ambientata in luoghi che conosco bene. Ma la vicenda potrebbe svolgersi anche a Milano o a Roma: un centro commerciale pieno di gente, una emittente televisiva, una casa abbandonata in periferia. Sono tutte ambientazioni familiari per il lettore, in qualunque posto viva.
                                                                                          
Ci racconta le caratteristiche dei personaggi di Non sono un mostro?
I personaggi cardine della storia sono due: una ispettrice di polizia e una giornalista televisiva specializzata in fatti di cronaca. Le due sono legate da una antica amicizia, anche se tra di loro è successo qualcosa. Improvvisamente sparisce un bambino in un centro commerciale e le due donne si accorgono che questo bambino è praticamente identico ad un altro scomparso due anni prima. Questo caso aveva avuto un impatto drammatico sulla vita delle due protagoniste e la storia sembra ripetersi. A partire da questo punto ci sono una decina di personaggi che intrecciano le loro storie per arricchirla dei loro punti di vista diversi e la conducono il lettore fino al colpo di scena finale.

Che ruolo ha nella storia il bambino? 
Non esiste un incubo peggiore per un essere umano (neanche la sua propria morte) di sapere che il proprio figlio è in pericolo. I bambini in questo romanzo sono i catalizzatori dei vari drammi personali e fanno da detonatore a tutte le storie che vengono raccontate. Perdipiù, la sparizione dei due bambini serve a portare alla luce delle innovazioni tecnologiche che avranno ripercussioni enormi sulla nostra vita, come il NEUROQWERTY, ovvero lo studio della nostra impronta  sulla tastiera del computer – unica come il DNA – per scoprire malattie neurologiche ancora non conclamate (il MIT sta conducendo studi sul Parkinson).

Ha intenzione di continuare con questo genere o ha in mente altre idee per il futuro? 
Si. In Spagna, dove questo libro ha avuto un successo incredibile, i lettori mi chiedono di continuare e di continuare con le storie dei personaggi del primo romanzo. Sono già a buon punto

Se potesse passare una giornata con il suo autore preferito, quale sceglierebbe?  
Tanti: Paul Auster, McEwan, Tolkien, Elena Ferrante, Lemaitre

 E se potesse essere per un giorno un personaggio della storia? 
Anche qua, sono parecchi. Credo però che l’impatto che ha avuto Gesù Cristo sulla storia e sulla configurazione del mondo negli ultimi duemila anni non sia paragonabile a quello di nessun altro

Sta lavorando ad un altro libro per ora? 
Si, ma ho bisogno di tempo. Al momento riesco a rubare solo 15/20 minuti al giorno alla mia professione di giornalista televisiva. Approfitto delle pause in sala trucco per scrivere sul cellulare.

Grazie a Carme e alla casa editrice per la splendida opportunità. 



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