Recensione "Le signore in nero"




 Sii più intelligente che puoi, è la cosa migliore che tu possa fare.

Sydney 1950. Sui manichini spiccano le gonne a balze e i corpetti arricchiti degli accessori più preziosi. Ma Goode’s non sono solo i più grandi magazzini della città, dove trovare l’abito all’ultima moda. Per quattro donne che lavorano sono anche l’unica occasione di indipendenza. Mentre con le loro eleganti divise di colore nero consigliano le clienti su tessuti e modelli, nel loro intimo coltivano sogni di libertà, di un ruolo diverso da quello di figlia, moglie e madre.
Lesley sogna di continuare a studiare, anche se il padre non ne vuole sentir parlare. Poi c’è Patty che solo sul lavoro sente di valere qualcosa, mentre a casa il marito la tratta come fosse trasparente. Anche per Fay andare al grande magazzino ogni mattina significa sentirsi meno sola. A sorvergliarle come una madre c’è Magda: le sprona a inseguire i loro desideri e a trovare il proprio stile nel vestire, a coltivare l’idea che una donna possa raggiungere qualsiasi obiettivo. Per tutte è in arrivo un tempo di grandi cambiamenti e opportunità inaspettate. Tra un party, un nuovo vestito e nuove consapevolezze, Lesley, Patty, Fay e Magda vivranno il momento magico in cui si decide chi si vuole essere davvero.
Le signore in nero è il primo libro pubblicato in Italiano di MADELEINE ST JOHN. Un libro ambientato negli anni cinquanta, nel culmine della conquista dell'emancipazione femminile, che narra la storia di tre donne alle prese con la loro voglia di farsi valere, in un mondo dove l'opinione di una donna valeva ben poco e dove il lavoro è la loro unica occasione di indipendenza.
Eppure, questa storia totalmente al femminile, fa riflettere molto, soprattuto per quanto riguarda Lisa, la più piccola delle tre, una ragazzina poco più che adolescente, che dopo l'esame di maturità entra come stagista in uno dei grandi magazzini più lussuosi della città, anche se il suo sogno è quello di proseguire gli studi, nonostante suo padre non sia d'accordo. Così piccola e esile, riesce a farsi strada tra pizzi e merletti, in questo mondo che non le apparteneva, ma che piano piano riuscirà a conquistarla.
Anche se questo racconto lascia ben poco spazio al mondo maschile, fa intendere alla perfezione la poca considerazione che avevano per le donne.
Passando agli aspetti tecnici, non vi nego che per quasi metà libro, non riuscivo a trovare un punto di interesse, non una suspance, un colpo di scena, niente di niete. Solo descrizioni accuratamente narrate, ma prive di coinvolgimento. Nonostante il libro si leggesse molto bene, scorrevole in ogni punto, volevo di più.
Poi invece ho capito che il romanzo aveva tutt'altro significato, come ogni libro della St. JOHN, anche questo voleva descrivere l'epoca del cambiamento, dove finalmente anche le donne potevano rincorrere i loro sogni.
Do quattro stelline!!!



Maura

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