Recensione : "Le stelle si guardano da lontano" di Monica Sabolo

Buongiorno a tutti! Come stanno andando le letture di questo mese? Oggi recensiamo un' uscita della Mondandori, Le stelle si guardano da lontano.

Crans-Montana è l'amore. Anzi no, è l'innamoramento. È il regno di una gioventù occupata solo dai propri desideri e dal fascino che naturalmente irradia la giovinezza. Era l'inverno del 1965? L'estate del 1966? Non ha nessuna importanza.
Un gruppo di ragazzi ebrei di buona famiglia si ritrova due volte all'anno per le vacanze nella località svizzera che dovrebbe simboleggiare aria limpida e tranquillità. Ma per i ragazzi, che a Parigi conducono vite ordinarie, Crans-Montana è il luogo dove la luce è forte, il cielo tagliente, le foreste cupe e inquietanti. È il luogo selvaggio dove poter finalmente godere della libertà - dove i cuori battono troppo forte.
Loro fremono e osservano la banda delle tre C. Chris, Charlie e Claudia. Sempre insieme, con l'aria di divertirsi e infischiarsene del mondo attorno. Una costellazione perfetta e luminosa fatta di capelli sciolti sulle spalle, sorrisi maliziosi e gambe lunghe, sguardi spavaldi. Un gruppetto di divinità che sembra essere lì, a pattinare sul ghiaccio o bere una Coca-Cola con la cannuccia, solo per farsi ammirare, per turbare i cuori dei ragazzi. E loro le spiano come investigatori che conoscono il sospettato, sulle piste da sci, a bordo piscina, fuori dai night club. Raccolgono indizi, prove della loro esistenza: sigarette al mentolo, chewing gum Hollywood al limone, caramelle alla violetta, e un anello con un teschio di onice dimenticato sul bordo di un lavandino e infilato febbrilmente in una tasca - la prova lampante del grande mistero femminile.
Gli anni passano. I ragazzi diventano adulti, i destini si separano e le vite fanno il loro corso lontano dalle montagne svizzere. Eppure il ricordo delle tre ragazze continua a perseguitarli come il fantasma di una giovinezza dorata eppure piena di segreti. In fondo "erano i nostri primi amori, e in seguito tutte le altre donne della nostra vita sarebbero state paragonate a loro, e nessuna avrebbe mai potuto cancellare i loro fantasmi, che riemergevano più reali delle nostre mogli, delle amanti, delle madri dei nostri figli". E nei trent'anni che seguiranno ognuno di loro cercherà di raggiungere qualcosa di grande, l'amore, la verità o semplicemente il senso di esistere e che la propria esistenza non sia vana. Finendo per tornare sempre a Crans-Montana.


Le stelle si guardano da lontano di Monica Sabolo

Romanzo

Prezzo: cartaceo 19.00, ebook 9.99


Di questo libro mi era piaciuto il mix tra le Vergini suicide di Jeffrey Eugedines e Grease che la trama (e la copertina) promettevano, perciò ho iniziato a leggerlo con delle aspettative di un certo tipo. Cosa che andrebbe assolutamente evitata, nella vita.

La narrazione si apre con “i ragazzi”, un narratore corale che ci racconta l’infanzia e l’adolescenza passata di un gruppo di giovani a Cras-Montana. Conosciamo così le protagoniste di questi ricordi dolci-amari: le tre C. Charlie, Chris e Claudia. Di loro avremo in questa parte solo informazioni di seconda mano, voci di corridoio o qualche oggetto a loro rubato in un momento di disattenzione. Perché le tre C., così perfette nei ricordi ovattati dei ragazzi, si possono osservare solo da lontano.


La storia poi prosegue, e (per fortuna) si cambia narratore. Questo ci da la possibilità di conoscere meglio i personaggi cult di questi anni adolescenziali a Cras-Montana, gli idoli che i ragazzi osservavano da lontano o da cui speravano di venire salutati.
Qui scopriremo l’umanità delle tre C, spettatrici involontarie dello spettacolo che è la loro vita, l’ambiente etereo e ovattato rimane, ma si disintegra, vengono aperte delle faglie da dove osservare l’umanità imperfetta e fragile.
Solo di una delle tre C non riusciremo mai a vederne l’essenza, rimarrà sempre qualcosa di lontano, da ammirare da una distanza di sicurezza, come sempre hanno fatto i ragazzi, ma anche tutte le persone nella sua vita. Anziché avvicinarsi a lei, la narrazione si chiude con qualcuno di vicino a questa C, a questa stella che brilla, qualcuno che da questa vacuità è stato ferito.


Mi è piaciuto il modo in cui questo racconto si è concluso, lascia un dolce amaro in bocca, ma è una sensazione che si avverte lungo tutto il romanzo quindi la cosa non lascia né troppo spiazzati, né troppo dispiaciuti. Un sapore che ben si scontra con l'ambientazione eterea, idilliaca, come solo nei ricordi le cose possono essere.
Se c’è una cosa che mi ha convinta pienamente è infatti l’atmosfera, tanto che per me questa storia sarà sempre e solo Crans-Montana.

Per quanto riguarda la narrazione, questi continui cambi di punti di vista non mi hanno trovata pienamente d’accordo, alla termine della lettura mi è rimasto un senso di superficialità, come se la storia non fosse stata che introdotta.  


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