RECENSIONE "NON È COLPA MIA. Voci di uomini che hanno ucciso le donne" di Lucia Magionami e Vanna Ugolini
Autrici: Lucia
Magionami e Vanna Ugolini.
Premessa di Gabriella Genisi, Prefazione di Cristiana Mangani e Claudia Fulvi.
Editore: Morlachi
Editore.
Data uscita: 2017.
Prezzo ebook: / – cartaceo: 14,00 euro.
N. pagine: 284.
Link per l'acquisto: Non è colpa mia.
Sinossi: Ci sono
mille altri modi. La violenza è
una scelta, una scelta da
non fare.
Una giornalista
e una psicologa insieme per capire cosa passa nella mente e nel cuore degli
uomini che hanno ucciso le loro donne, per tentare di riconnettere esperienze
di femminicidi alla realtà dei fatti ma, anche, al contesto culturale e al
percorso psicologico che porta uomini normali a diventare assassini e a non
assumersene, però, nel profondo, la responsabilità.
Dalle interviste
di Luca, Giacomo, Luigi risulta chiaro che non sono mostri, non sono malati.
Sono persone normali. Le autrici lo affermano con forza: non ci sono
raptus, né scatti d’ira, il percorso verso il femminicidio è più lungo,
lastricato di silenzi, di prigioni culturali, di diversi modi di intendere la
vita, dell’incapacità di dare un nome ai sentimenti, alle situazioni e quindi di
riconoscerle.
«Arriviamo a un
punto e decidiamo se usare la ragione o la forza. Se vogliamo mantenere ad ogni
costo il potere su una persona fino ad arrivare a toglierle la vita o se
vogliamo amare, liberamente, accettare che questo possa finire e possa far
male.»
Recensione: La
violenza di genere, uomini che picchiano, stuprano, uccidono le donne. È questo
il tema di questo libro, scritto a quattro mani da una giornalista che si è
occupata per anni di cronaca nera e oggi presidente dell’associazione Libertas
Margot, composta appunto da specialisti che affrontano questa piaga della
società, e da una psicologa e psicoterapeuta esperta proprio di violenza di
genere, collaboratrice della medesima associazione.
L’argomento è ormai
tristemente noto, i fatti di cronaca riportano spesso la nostra attenzione su
casi simili, ma quanti di noi sanno esattamente cosa si agita nella mente di un
uomo che decide di uccidere la propria compagna? Cosa spinge qualcuno a privare
della vita la donna che dice di amare?
A queste domande le
autrici si propongono di rispondere, attraverso due punti di vista differenti,
quello della giornalista e quello della psicologa. Infatti il libro si divide
in due parti. Nella prima si riportano le interviste a tre di questi uomini che
si sono spinti oltre, fino a commettere un atto senza ritorno. La Ugolini
alterna capitoli di riflessione personale a capitoli nei quali riporta le
interviste concesse dai tre uomini. Nella seconda parte, invece, la Magionami
ci fornisce alcuni importanti e, io direi, fondamentali strumenti di lettura
del fenomeno, insieme alla descrizione delle ricerche di quanti, negli anni,
hanno provato a descrivere e a capire questo fenomeno.
Personalmente, avrei
invertito le due parti del libro. Credo che possedere una chiave di lettura
prima di immergersi nei casi reali possa aiutare un lettore profano a
comprendere meglio ciò di cui si parla. E in effetti, i tre casi proposti sono
da manuale. Dalle interviste emergono esattamente i comportamenti, gli
atteggiamenti, a volte anche le espressioni che l’abuser descritto nella seconda parte del libro esercita.
Leggere le interviste
mi ha procurato, a volte, lo stesso senso di malessere al quale accenna
l’autrice. È difficile realizzare che non ci sono mezzi, a volte, per individuare
un uomo/assassino prima di conoscerlo a fondo, nessun indizio rivelatore,
niente che possa far immaginare ciò di cui potrebbe essere capace. Come ci
spiega la Ugolini prima e la Magionami dopo, non si tratta di uomini affetti da
una qualche patologia psichiatrica, nella maggior parte dei casi nessuna
somministrazione di medicinali potrà “guarire” le loro menti. La verità è ben
altra e di certo molto più infida: esiste una cultura, una società, nelle quali
siamo immersi e che ci plasma in qualche modo, rendendoci ciò che siamo.
Ebbene, questa cultura vuole ancora l’uomo dominatore e la donna sottomessa,
giudica ancora l’uomo casalingo e la donna lavoratrice, come se i ruoli fossero
ormai fissati nel tempo e immutabili.
Il libro risulta
scorrevole e di facile lettura, anche per i non addetti ai lavori, consentendo
una divulgazione del fenomeno che deve essere conosciuto da tutti per
consentire una reale presa di coscienza. Non si parla solo dell’abuser, ma anche della vittima, che il
più delle volte non riesce a uscire dalla spirale di violenza nella quale viene
risucchiata, fino ad arrivare, a volte e tragicamente, alla morte.
C’è un unico aspetto
che avrei evitato: i commenti a margine delle interviste. Esistendo capitoli
dedicati al pensiero dell’autrice, nei quali è più che legittimo che la stessa
esponga i suoi pensieri, le sue emozioni e le sue sensazioni su un lavoro che
deve averla di certo provata, avrei lasciato quelli dedicati alle interviste
senza commenti. Da lettrice mi piace formarmi una mia opinione da sola, senza
costrizioni di sorta.
Consiglio questo libro
a tutti, uomini e donne, perché è ancora tanta la strada da fare per arrivare a
un’effettiva parità dei generi, anche se a volte ci illudiamo del contrario.
Dobbiamo ancora imparare che non ci sono sconfitti in questa uguaglianza,
nessuno perderà nulla, rimarrà persino la diversità intrinseca delle due parti,
senza prevaricazioni, violenze, giudizi o etichette.
Valutazione: 4 su 5 stelle
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