Recensione a "La casa dei sopravvissuti" di Kim Brooks



Autore: Kim Brooks
Editore: Newton Compton Editori
Data di uscita: 11 gennaio 2017
Prezzo ebook: 1,99 euro /Cartaceo: 10,00 euro
N. pagine: 301
Link per l'acquisto: La casa dei sopravvissuti


Quando la guerra è vicina nessuno può fingere di non vederla
Erano ebrei in fuga dalla deportazione: lui li salvò
Alla vigilia del coinvolgimento degli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale, in America cominciano a nascere organizzazioni che riuniscono chi desidera aiutare gli ebrei in fuga dall’Europa sconvolta dal nazismo, gli stessi che vengono respinti dalle coste statunitensi come migranti indesiderati. È l’estate del 1941 quando Abe Auer, un immigrato russo, accetta di accogliere nella sua proprietà una rifugiata europea, Ana Beidler. Intorno a loro, la comunità ebraica americana si divide tra chi ha scelto di ignorare le atrocità che vengono commesse oltreoceano e chi invece vorrebbe intervenire, anche combattendo in prima persona contro Hitler. Ma quando una popolare sinagoga di Manhattan viene incendiata, nessuno può più fingere di non vedere che la guerra è sempre più vicina. La casa dei sopravvissuti racconta la paura e il coraggio, la determinazione e l’angoscia di chi si è trovato a lottare per la propria vita, per il proprio diritto a fuggire la disperazione e la guerra.
Una commovente storia sul significato di identità e famiglia e sulle decisioni che ci fanno capire chi siamo realmente


«Ha tutti gli ingredienti per un’opera memorabile: un’evocativa gestione del tempo e dello spazio, personaggi cesellati, una prosa limpida e precisa… Con Ana Beidler, Brooks ha creato una protagonista impressionante.»
New York Times Book Review
«Kim Brooks ci ammonisce che chi non ricorda il passato è condannato a ripeterlo… I personaggi sono travolgenti… Questo è un libro davvero potente.»
Historical Novel Society
«Un’opera ambiziosa, mostruosamente riuscita… Con coraggio, Brooks ha scelto come ambientazione uno dei più terrificanti periodi della storia.»
Chicago Tribune

Kim Brooks
Si è diplomata all’Iowa Writers’ Workshop, dove ha anche insegnato. I suoi racconti sono stati pubblicati su numerose riviste e i suoi saggi sono apparsi in «Salon», «Buzzfeed» e «New York Magazine». Vive a Chicago con la sua famiglia e La casa dei sopravvissuti è il suo primo libro pubblicato dalla Newton Compton.



La casa dei sopravvissuti: non fatevi ingannare dalla sinossi, non è la storia di un uomo che salvò decine e decine di ebrei in fuga dall’orrore della guerra e della deportazione.
Kim Brooks fa una scelta diversa, ambiziosa e più accattivante di ciò che mi aspettavo. Kim Brooks sceglie di ambientare la sua narrazione in un periodo tristemente famoso della nostra storia, ma non nel centro nevralgico degli eventi, non in Europa, dove l’orrore si stava consumando e le persone stavano morendo, ma negli Stati Uniti. 
In America la vita scorre nella sua pacifica quotidianità e la gente comune può ignorare lo sterminio di un popolo che, lentamente e inesorabilmente, sta svanendo nella vicina, ma neanche tanto, Europa. In America si può pensare al lavoro, alle vacanze in riva al lago, al matrimonio, al futuro.
Ed è proprio in quest’America che vive Abe, un uomo di origini russe, fuggito dal suo paese molti anni prima, con un passato che vuole dimenticare, ma che torna spesso a fargli visita, nell'aspetto di spettri che sembrano invece non voler dimenticare.
È in quest’America che arriva Ana, una donna misteriosa, un’attrice, apolita, anche lei fuggita, ma dalla guerra e dalla persecuzione. Ana si scontra con Abe, sono così diversi, ma allo stesso tempo conservano dentro di loro una natura simile, un passato da lasciarsi alle spalle, ma che non ne vuol sapere di essere messo da parte.
È sempre in quest’America che vive Max, un rabbino, un uomo dalla sensibilità unica, ma che sente dentro di sé il bisogno di fare qualcosa per i suoi fratelli, un bisogno che si scontra con l’inadeguatezza degli uomini comuni, dei non-eroi.
Non voglio svelarvi troppo di questa trama, vorrei che fosse per voi una sorpresa come lo è stata per me, una sorpresa piacevolmente riuscita. Il modo in cui la Brooks delinea i personaggi è spettacolare, li rende reali al punto che ci si immedesima in loro, arrivando a essere loro, a capire le loro scelte, a provare le loro sensazioni, a indossare i loro abiti. E allora ci si rende conto che la storia non è fatta di eroi, che le persone sono persone e basta, che le scelte possono essere sbagliate, ma non per questo meno giuste. La Brooks ci mostra un mondo di persone reali, che agiscono secondo la loro natura, che provano emozioni, tentano di trovare la loro strada, inciampano, tornano indietro, si sentono smarrite, qualcuno ci riprova, qualcuno no.
La casa dei sopravvissuti è il libro giusto per ricordare che siamo solo uomini e donne, capaci dei più grandi orrori, ma anche dei più grandi sacrifici, che inseguono l’amore, ma a volte si confondono e si fermano davanti al proprio piacere, credendolo sufficiente, che soffrono, sbagliano, chiedono perdono, non lo concedono al prossimo o forse sì, perdonano. Siamo solo persone, che in fondo, non desiderano altro che la felicità, ma alle quali, a volte, viene richiesto di guardare oltre, di pensare più lontano di dove il nostro egoismo ci porta, di dedicarci all’altro, sconosciuto, distante, a tratti invisibile, ma il cui grido di aiuto rimane terribilmente presente.

Non so se sono riuscita a trasmettervi quello che questa storia ha trasmesso a me, forse no, ma spero di avervi incuriositi abbastanza da consentirvi di leggerla, di scoprire i personaggi della Brooks, di vivere le loro vite, ma preparatevi, perché nella realtà, non sempre c’è un lieto fine.




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