Recensione di "Wonder Woman. Warbringer"
Autore: Leigh
Bardugo.
Editore: Fabbri
Editori.
Data uscita: 31 agosto 2017.
Prezzo ebook: 9,99 euro – cartaceo: 19,00 euro.
N. pagine: 372.
Link per l'acquisto: Wonder Woman. Warbringer.
Diana è una giovane
principessa amazzone e vive su un'isola sperduta, protetta da quanto accade
lontano da Themyscira, la sua casa. Alia è una ricca ragazza newyorkese, orfana
di due famosi biologi. Due mondi agli antipodi, due vite completamente diverse…
almeno fino a quando la nave di Alia naufraga proprio sulle coste amazzoni, e
Diana la salva. Presto sull'isola iniziano a scatenarsi tempeste e terremoti e
una strana febbre si diffonde tra le sue abitanti, spingendo Diana a consultare
l'Oracolo. La sua rivelazione è sconcertante: Alia non è una giovane qualunque,
bensì una Warbringer, ovvero l'erede della stirpe di Elena di Troia destinata a
portare guerra e distruzione. Ucciderla o purificarla, queste sono le uniche
alternative per salvare il pianeta. Prima come improbabili alleate e poi come
amiche, le due ragazze si troveranno costrette loro malgrado a unire le forze e
ad affrontare insieme nemici potenti e persino divinità antiche, nel tentativo
di liberare Alia da questo terribile destino. E con lei il mondo intero.
Direttamente
dall’Universo DC, un libro tutto dedicato a lei, Diana Price, Wonder Woman per
i non addicted. Io me la sono immaginata con il volto di Gal Gadot per tutto il
tempo, lo ammetto, anche se l’età non era la stessa.
La Diana di Bardugo è
una giovanissima principessa amazzone, alla ricerca della sua legittimazione
come amazzone. E sì, perché Diana è vista come l’ultima tra loro, l’unica che
non ha mai dovuto conquistare nulla nella sua esistenza, al contrario di tutte le
altre. Diana non ha mai affrontato l’esperienza della morte, come ogni altra
amazzone, lei è nata lì, sull’isola di Themyscira, forgiata dalla terra e dall’amore
della madre, nonché regina delle amazzoni, Ippolita. Il peso di questa sorte la
affligge, la giovane Diana desidera con tutta se stessa dimostrare alle
compagne che anche lei è all’altezza, che anche lei può competere e vincere. E
finalmente il giorno della rivincita è arrivato, finalmente Diana sa come
dimostrare il suo valore e conquistare il suo posto tra le sorelle, questa
volta lei può vincere, lei sa come vincere. Peccato che un evento del tutto
inaspettato stravolga i suoi piani, distogliendola dall’unica occasione che ha
per raggiungere la gloria. Una nave, al largo delle rive di Themyscira, sta
affondando, le onde minacciano di inghiottire ogni asse di legno, ogni albero
maestro, insieme a tutte le vite che sono a bordo. Diana vorrebbe ignorare
quella nave, vorrebbe continuare a correre, a raggiungere la sua meta, gli
eventi umani non dovrebbero influenzare le nuove vite delle amazzoni, ma non ci
riesce: un braccio esile ma ostinato che si aggrappa a un pezzo di legno
galleggiante, lottando con tutte le sue forze contro la violenza del mare, la
spinge a gettarsi in acqua per salvare il povero malcapitato. Naturalmente, la
giovane amazzone riesce nell’intento, peccato che la vita che ha salvato è
l’unica che non avrebbe mai dovuto salvare. La vita di una Warbringer, Alia.
Da qui, le cose ci
fanno complicate. Diana, alla ricerca della propria affermazione personale, ha
finito per mettere in pericolo tutte le sue compagne e l’isola intera. La
presenza di una Warbringer su quella terra è veleno, le amazzoni si ammalano,
l’isola è scossa da violenti terremoti. Diana sa che la causa è una sua responsabilità.
Interpellato l’oracolo, che le mette davanti solo due strade, un po’ come le
due pillole di Matrix, Diana, tra la via facile (“Non fare niente. L’isola la
sta avvelenando così come lei sta avvelenando l’isola. Tuttavia Themyscira è
più antica e più forte. La ragazza morirà e con lei svanirà la contaminazione
del mondo mortale. La maggior parte delle tue sorelle sopravvivrà e recupererà
la salute. La città si puù ricostruire. L’isola si potrà purificaredi nuovo”),
e quella difficile (“La Warbringer deve raggiungere la sorgente di Terapne
prima che il sole tramonti sul primo giorno di Ecatombeone. Là dove Elena
riposa, la Warbringer potrà purificarsi, lavare via la macchia della morte che
ha insozzato la sua stirpe fin dal principio. Là il suo potere sarà liberato
per non essere mai più tramandato”) sceglie inevitabilmente quella difficile e
da qui comincia la sua avventura.
Due ragazze, Diana e
Alia, estremamente diverse eppure così simili, partono per un viaggio che ha il
sapore dello straordinario, a volte dell’impossibile, ma che solo due come
loro, le reiette dei loro rispettivi mondi, possono affrontare.
Non vi racconterò
tutta la storia, anche se in questo caso faccio fatica a trattenermi, vi dirò
solo che Bardugo è riuscita a farmi vivere nelle vesti di una giovane Wonder
Woman alla ricerca della sua grandezza e nei panni di una newyorkese nera,
perseguitata dalla iella, talmente forte nella sua fragilità da non
scoraggiarsi di fronte a nulla, neppure alla morte.
Devo ammettere che ho
amato questo libro, la caratterizzazione dei personaggi è perfetta, persino
quelli secondari sono così ben tratteggiati che per tutto il poco tempo che ho
dedicato a questa lettura (il libro scorre così in fretta che vi ritroverete a
finirlo senza rendervene conto) ho avuto voglia di avere un’amica come Nim o un
amico come Theo (li ho adorati).
Il finale è forse la
perla che mi ha fatto apprezzare questo libro ancora di più. Non posso dirvene
il motivo senza macchiarmi del gravissimo crimine dello spoiler non richiesto,
ma se vi va di leggerlo, mi direte se questo non è il finale giusto per un
libro che parla di Wondy.
Buona lettura a tutti,
la figlia della terra vi aspetta 😉
Devo leggerlo allora con questa bella recensione!
RispondiEliminaA me è piaciuto molto, spero sia lo stesso per te, poi fammi sapere se avrai modo di leggerlo ;)
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