Recensione "I giochi del fato e gli scherzi della mente" di Massimiliano Irenze


Marco Princivalle, un impiegato dalla scarsa autostima che ha due racconti nel cassetto, è da anni amante di Linda. Questo ruolo però, essendo follemente innamorato di lei, ormai gli sta stretto. Diventa così sempre più oppressivo fino a indisporre l'amata che sceglie di allontanarsi da lui. Attanagliato dalla sofferenza, Marco - per via della sua debolezza caratteriale, che lo fa sentire perso senza di lei - non riesce a accettare questa separazione: decide allora di rapirla e di portarla nella tavernetta di casa sua dove la reclude mettendole una catena alla caviglia. Avendo paura che lui le possa fare del male, la ragazza - per prendere tempo - farà leva sulle sue aspirazioni da scrittore e lo convincerà ogni sera a leggere con lei i suoi scritti.



Quando ho accettato di entrare a far parte di questo stupendo blog e recensire libri, ero aperta ad ogni sorta di romanzo, con l'intento di dare un'opportunità a tutti i generi e soprattutto mettermi alla prova.
Ecco, questo è uno di quei libri che non avevo mai preso in considerazione.
Parto dal presupposto che non so se sono all'altezza di recensirlo, posso solo assicurarvi che ho cercato di entrarci dentro, di entrare nella sua ottica e capirlo al meglio, non vi nego che non è stato affatto facile stargli dietro!
Ho iniziato a sfogliarlo senza nemmeno leggere la trama, fatto sta che mossa dalla curiosità di scoprire di che genere di romanzo si trattasse, l'ho letteralmente divorato, anche se tuttora non saprei se definirlo un genere noir o psicologico o giallo...
Ambientato nella bella e misteriosa Torino, la città dell'occulto, delle sette, dei misteri, Massimiliano Irenze racconta la storia di Marco Princivalle detto Princi, un ragazzo insicuro che ha paura della solitudine, così tanto da fargli rapire la donna che ama, con cui ha una relazione da cinque anni, una relazione nascosta, perché Linda è fidanzata.
Marco lavora, ma nel tempo libero è impegnato nella stesura di due romanzi e durante la "prigionia", un po per persuadere lui dall'idea di farla fuori e un po per passare il tempo, Linda si fa leggere qualche pagina.
Il primo parla di alcuni ragazzi, poco più che adolescenti, non si conoscono tra loro ma le loro vite si interecciano per via di una serie di coincidenze, ognuno ha una problematica diversa, ogni storia parla di un tema attuale (omosessualità, droghe, depressione, ...),  fatti che si sentono ogni giorno, che ti fanno riflettere, soprattutto se sei genitore, perché negli sfortunati eventi che si susseguono, a rimetterci non sono solo i "cattivi" ma anche i bravi ragazzi, che aspettano il sabato sera per uscire a divertirsi.
Anche il secondo romanzo parla di ragazzi liceali, ma questa volta si conoscono tutti e il tema è sempre la droga, in particolare gli acidi e gli scherzi che fa la mente quando si assumono.
L'autore descrive in particolare la loro debolezza, la voglia di uscire fuori dal giro ma la fragilità nel non riuscirci.
Colgo in ogni personaggio, sia del primo che del secondo racconto, un messaggio nascosto che tramite il loro inconscio viene fuori.
Bene, è  la prima volta che mi imbatto in un romanzo di natura psicologica, ben scritto, che affronta degli argomenti che in un modo o nell'altro ci coinvolgono.
Massimiliano Irenze ha fatto un ottimo lavoro e spero si essere riuscita a giudicarlo come merita.
Con la promessa di riusce a leggere gli altri suoi libri, do 5 stelline per questo.


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