Review Party "Un'ultima speranza" di Layla Hagen
Titolo: Un'ultima speranza
Autore: Layla Hagen
Editore: Hope Edizioni
Il matrimonio di Aimee sarà indimenticabile: il suo vestito, il fidanzato e l'idilliaco ranch in Brasile in cui avrà luogo, ogni cosa è perfetta.
Ma tutti i suoi progetti s’infrangono quando il jet privato che la sta portando dagli Stati Uniti al Brasile, dove il fidanzato l’attende alla vigilia delle nozze, ha dei problemi tecnici e il pilota è costretto a effettuare un atterraggio di emergenza, proprio nel cuore della foresta amazzonica.
Impossibilitati a raggiungere la civiltà, per Aimee e Tristan – il pilota – l’essere soccorsi è l’unica possibilità.
Una flebile speranza che pian piano si inaridisce, lasciando il posto alla disperazione, perché la morte, nella giungla, può arrivare sotto molte forme: fame, malattie, animali.
Aimee e Tristan combattono per la sopravvivenza e, nel frattempo, si avvicinano.
Insieme scoprono che affrontare angosce scolpite nell’anima da un passato doloroso, richiede un coraggio persino maggiore dell’affrontare la foresta pluviale.
Nonostante la devozione per il suo fidanzato, Aimee non può nascondere i suoi sentimenti per Tristan, un uomo per il quale sta lentamente diventando tutto.
Ci sono molte cose che puoi nascondere nella foresta pluviale.
Ma non le bugie.
O l’amore.
Questa è la storia di un uomo alla disperata ricerca di perdono e della donna che gli fa conoscere di nuovo la speranza.
È una storia in cui l’istinto di sopravvivenza mette le ali e si trasforma in un bellissimo e intenso sentimento d’amore.
Un amore proibito.

Buongiorno a tutti, oggi di parlo di uno dei libri più belli del 2019 che mi ha conquistata dalla trama, ovvero Un'ultima speranza di Layla Hagen.
Un'ultima speranza vede come protagonisti Aimee, una ragazza pronta a sposare il suo fidanzato storico, e Tristan, ex-soldato e pilota del jet privato del fidanzato di Aimee.
I due sono in viaggio insieme per poter raggiungere il Brasile in occasione delle nozze. Durante il volo, però, c'è un problema ai motori, quindi Tristan è costretto ad atterrare nel bel mezzo della foresta amazzonica.
I due così si ritrovano dispersi nel nulla e lontani dalla vita e dalla civiltà.
Non possono chiamare aiuto, l'unica cosa che devono riuscire a fare è sopravvivere.
Giorno dopo giorno, il loro rapporto cambia. Da un rapporto strettamente lavorativo, tra i due iniziano ad affiorare dei sentimenti.
"Pensavo che il legame che si è creato tra noi qui nella foresta pluviale fosse amicizia. Ma forse è qualcosa di più. Forse provo qualcosa di più di quello che penso, per quest’uomo che non è solo la persona più forte che io abbia mai incontrato, ma sembra anche più intenzionato a tenere in vita me che se stesso."
(Tratto dal romanzo)
La passione che compare tra Tristan e Aimee è primordiale. Lei capisce che quello che provava per il suo promesso sposo non era amore, ma un forte affetto.
Tristan ha sempre ammirato Aimee come persona e dopo averla conosciuta come amica, impara ad amarla.
Come sfondo a questa storia d'amore da brividi abbiamo la foresta, i suoi rumori, i suoi abitanti, tanto affascinanti quanto pericolosi.
"Non hai bisogno che io sopravviva" dice lui.
"Hai ragione. Non ho bisogno che tu sopravviva. Ho bisogno che tu viva."
"Hai ragione. Non ho bisogno che tu sopravviva. Ho bisogno che tu viva."
(Tratto dal romanzo)
La storia di Aimee e Tristan è una storia che ti lacera il cuore e te lo ricompone in ogni pagina, ad ogni situazione.
I sentimenti che nascono tra i due sono veri, fanno capire che anche nei momenti di sopravvivenza si ama. Profondamente.
Lo stile di Layla Hagen mi è piaciuto un sacco. E' stata fenomenale nel descrivere tutto nei minimi dettagli. Durante la lettura mi sembrava di essere nella foresta con loro.
Questa storia è semplicemente perfetta, dal titolo alla cover fino ai contenuti.
Anche il finale è perfetto.
L'amore di Tristan e Aimee è incancellabile e va oltre tutto.
Spero che questa storia vi possa fare compagnia e che vi innamoriate anche voi di Aimee e Tristan.
Io non vedo l'ora di conoscere l'autrice al Rare19, il prossimo settembre.
Grazie alla Hope edizioni per averci portato questa spettacolare autrice in Italia.
Alla prossima!
Aimee
Il mio ultimo volo come Aimee Myller inizia come ogni
altro volo: con uno scossone.
Premo la nuca sul poggiatesta di pelle, con gli occhi
chiusi mentre il jet privato decolla. La salita procede liscia, ma il mio
stomaco rimane serrato, come sempre durante i decolli. Tengo gli occhi chiusi
per un po’, anche dopo che l’aereo ha raggiunto la quota. Quando li riapro,
sorrido. Appeso sopra il sedile di fronte a me, all’interno di una custodia
protettiva color crema, c’è l’abito da sposa più bello del mondo.
Il mio abito.
La cosa mi stupisce, considerati i miei lineamenti
maschili. Lo indosserò esattamente tra una settimana. Il matrimonio avrà luogo
presso lo splendido ranch del mio fidanzato Chris in Brasile, dove sono diretta
proprio ora. Ho già fatto questo volo in numerose circostanze, ma è la prima
volta che viaggio con il jet privato a sei posti senza di lui, e mi sembra
vuoto. La prossima volta che salirò a bordo di questo aereo, il mio cognome
sarà Moore, Mrs Moore. Affondo di più nel mio sedile, godendomi la sensazione
della pelle liscia sulla mia. Questa sera il vuoto dell’areo è accentuato dalla
mancanza degli assistenti di volo.
Non me la sono sentita di chiedere a Kyra, l’assistente
di volo di Chris, di lavorare. Sua figlia compie tre anni oggi, e le ha
organizzato una festa. Non c’è ragione per la quale debba essere lei a pagare
la mia decisione di tornare al ranch stasera anziché domani in modo da poter
supervisionare i preparativi.
Il povero pilota, Tristan, non è stato altrettanto
fortunato: ha dovuto rinunciare a quella che sarebbe dovuta essere la sua
serata libera. Ma mi perdonerà. Ho scoperto che le persone sono disposte a
perdonare molte cose, troppe a mio parere, davanti a una futura sposa. Dovrò
trovare un modo per farmi perdonare da lui. Forse gli comprerò qualcosa che
potrebbe piacergli, in segno di gratitudine. Potrebbe essere una sfida, visto
che non conosco bene Tristan, anche se lavora per Chris da qualche anno.
Tristan è un tipo molto sulle sue.
Mi sono molto avvicinata a Kyra, che è fuori di sé dalla
gioia ogni volta che viaggio su questo aereo. Ho il sospetto che Chris e i suoi
soci in affari non siano così divertenti come possono esserlo gli infiniti
discorsi sul matrimonio. Tutto quello che sono riuscita a ottenere da Tristan,
invece, è farmi chiamare per nome e scambiare qualche battuta ogni tanto.
Tre ore dopo il decollo, la voce di Tristan risuona
attraverso gli altoparlanti. «Sembra che ci saranno più turbolenze del solito
questa sera. Sarà più sicuro se non lasci il tuo posto per la prossima ora. E
tieni la cintura allacciata.»
«Capito» dico, ma poi mi ricordo che non può sentirmi.
L’aereo comincia a sobbalzare vigorosamente subito dopo, ma non mi preoccupo
troppo. Tristan Bress è un pilota eccellente, anche se ha solo ventotto anni,
appena due più di me. Ho fatto questo volo abbastanza spesso. Sono quasi abituata
alle occasionali turbolenze. Quasi.
Sollevo la tendina del finestrino e vedo che stiamo
sorvolando la foresta pluviale amazzonica. La massa di verde sotto è così vasta
che mi fa venire la pelle d’oca. Deglutisco. Anche se non sono spaventata, le
turbolenze continue mi fanno effetto. Una spiacevole sensazione di nausea si fa spazio in fondo alla
gola e il mio stomaco si ribella, sobbalzando a ogni movimento brusco
dell’aereo. Controllo che sul sedile di fronte al mio ci sia il sacchetto per
il vomito. È lì.
Stringo
l’orlo della mia camicetta bianca con entrambe le mani, nel tentativo di
calmarmi. Non funziona; le mie dita sono serrate. Metto le mani nelle tasche
dei jeans e cerco di concentrarmi sul matrimonio. Questo mi fa sorridere. Sarà
tutto perfetto. Be’, quasi tutto. Vorrei che i miei genitori potessero essere
con me, ma li ho persi entrambi otto anni fa, poco prima dell’inizio del
college. Chiudo gli occhi, cercando di respingere la nausea. Dopo qualche
minuto sembra funzionare. Anche se le condizioni del volo non sembrano
migliorare, la mia ansia allenta un po’.
E
poi un tipo di ansia completamente nuova s’impossessa di me.
L’aereo
inizia a perdere quota. I miei occhi si spalancano. Proprio in quel momento, la
voce di Tristan riempie la cabina. «Devo scendere a una quota più bassa.
Torneremo su il prima possibile. Non hai nulla di cui preoccuparti.»
Una
sensazione di disagio comincia a farsi strada dentro di me. Tutto questo non è
mai successo prima. Tuttavia, ho piena fiducia nelle capacità di Tristan. Non
c’è motivo di preoccuparsi, quindi faccio del mio meglio per non farlo. Fino a
quando sento un rumore assordante provenire dall’esterno. Volto di scatto la
testa in quella direzione. All’inizio non vedo altro che il mio riflesso nel
finestrino: occhi verdi e capelli castano chiaro, lunghi sino alle spalle. Poi
premo la fronte contro il vetro. Quello che vedo fuori mi gela l’aria nei
polmoni. Nel buio del crepuscolo, il fumo forma delle nuvole nere davanti al
mio finestrino.
Del
fumo nero viene fuori dall’unico motore dell’aereo.
«Aimee,»
dice la voce calma di Tristan, «vorrei che ti piegassi in avanti e ti
abbracciassi le ginocchia. Subito.» Il tono misurato con il quale pronuncia
ogni singola parola mi terrorizza più di qualsiasi altra cosa. «Abbiamo perso
il motore e sto iniziando le procedure per un atterraggio di emergenza.»
Ho
appena il tempo di lasciarmi prendere dal panico, figuriamoci di muovermi,
quando l’aereo fa un tale scossone che sbatto la testa sul finestrino. Un forte
dolore mi trafigge la tempia e un grido mi sfugge dal profondo della gola.
Segue un dolore più acuto. Penetrante. Intenso.
Il
mio corpo sembra essersi mosso in autonomia, perché mi ritrovo piegata,
abbracciata alle mie ginocchia. Pensieri orribili si fanno strada nella mia
mente. Atterraggio di emergenza. Qual è la percentuale di riuscita di un
atterraggio d’emergenza? Il mio cuore batte così freneticamente e l’aereo
scende in modo così rapido, che è impossibile immaginare quanto sia in alto. Un
altro pensiero mi attanaglia. Dove atterreremo? L’ultima volta che ho guardato
fuori eravamo sopra la foresta pluviale. Non possiamo essere molto lontani da
lì. I palmi delle mani mi sudano e stringo i denti mentre l’aereo s’inclina,
facendomi sentire come se fossi strappata via dal mio sedile e spinta in
avanti.
La
tentazione di sollevare la testa per guardare fuori è soffocante. Voglio sapere
dove siamo, quando arriverà l’inevitabile impatto. Ma non posso muovermi, non
importa quanto ci possa provare. Non sono sicura se sia la posizione dell’aereo
o la paura a farmi stare giù. Giro la testa di lato, di fronte al corridoio. La
vista della custodia protettiva con l’abito all’interno per terra mi fa
dimenticare la paura per un momento, lasciando affiorare un pensiero. Chris. Il
mio meraviglioso fidanzato, che conosco da quando ero una bambina e con il
quale
sono praticamente cresciuta. Con i suoi rotondi occhi azzurri e i biondi
ricci
ostinati, sembra ancora un ragazzo, anche se ha ventisette anni e indossa
abiti
costosi.
Sto
pensando a lui quando avviene l’impatto.
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