Recensione "Ferryman, Amore eterno" di Claire McFall


Buon pomeriggio lettori, Martina è tornata!
Scusate l’assenza, ma ero impegnata in un progetto determinante per il mio futuro. Eccitante ma anche terrorizzante, se volete la mia!
Comunque, ora sono di nuovo qui e sono prontissima per parlarvi dell’ultimo romanzo che ho avuto il piacere di leggere. Ferryman, Amore eterno è uscito giovedì scorso e Fazi Editore mi ha gentilmente fornito la copia da recensire.

Titolo: Ferryman, Amore eterno
Autrice: Claire McFall
Genere: urban fantasy, young adult
Saga: Ferryman #1
Casa Editrice: Fazi Editore, collana Lainya
Prezzo: 16€ cartaceo, 6,99€ ebook

Dylan ha quindici anni e quando una mattina decide di andare a trovare il padre, che non vede da molto tempo, la sua vita subisce un drastico cambiamento: il treno su cui viaggia ha un terribile incidente. Dylan sembrerebbe essere l’unica sopravvissuta tra i passeggeri e, una volta uscita, si ritrova in aperta campagna, in mezzo alle colline scozzesi. Intorno non c’è anima viva, a parte un ragazzo seduto sull’erba. L’adolescente si chiama Tristan e, con il suo fare impassibile e risoluto, convince Dylan a seguirlo lungo un cammino difficile, tra strade impervie e misteriose figure che girano loro intorno, come fossero pronte ad attaccarli da un momento all’altro. È proprio dopo essersi messi in salvo da questi strani esseri che Tristan le rivela la verità… lui è un traghettatore di anime che accompagna i defunti fino alla loro destinazione attraverso la pericolosa terra perduta.

A ogni anima spetta il suo paradiso, ma qual è quello di Dylan? L’iniziale ritrosia di Dylan e l’indifferenza di Tristan si trasformano a poco a poco in fiducia e in un’attrazione magnetica tra i due ragazzi che non sembrano più volersi dividere. Arrivati al termine del loro viaggio insieme, Dylan proverà a sovvertire le regole del suo destino e del mondo di Tristan, pur di non perderlo.

Ferryman. Amore eterno, primo volume di una commovente, epica e originale trilogia fantasy, è una moderna riscrittura del mito di Caronte: una storia d’amore che supera il limite della morte attraversando i confini dell’aldilà.

Dylan è la tipica adolescente dei recenti romanzi young adult: insicura, goffa, bullizzata. Ha una sola amica che si è trasferita lasciandola a vedersela da sola con i terribili compagni di scuola. Si trova su un treno, in viaggio per vedere suo padre dopo tanti anni di lontananza, quando ha un incidente. Fuori dalla galleria dove è accaduta la tragedia, incontra Tristan. Ha più o meno la sua età, biondo, occhi chiari; ha assunto la forma migliore per assicurarsi la fiducia di Dylan. Il viaggio che devono intraprendere è lungo e pericoloso, e non si può procedere senza la sua assoluta collaborazione.
Tristan, si scopre poco dopo, è un traghettatore di anime, e Dylan è morta su quel treno. I due iniziano ad attraversare la terra perduta, che dovrebbe terminare nell'aldilà. Il compito di Tristan è esattamente questo: condurre le anime al confine e farle passare oltre. Ma ci sono degli imprevisti: i demoni che assalgono le anime e tentano di annientarle per sempre; e un forte sentimento che nasce tra di loro.
Non vorrei fare spoiler, quindi non continuerò a parlare della storia nel dettaglio. Ammetto, però, che mi aspettavo qualcosa di più da questo romanzo. La trama mi ha incuriosito e affascinato molto, lo stile è lineare e si fa leggere con piacere, ma la storia poteva essere approfondita meglio. 
Sia la parte fantasy che quella sentimentale ha qualche falla. I personaggi non mi sono sembrati caratterizzati al meglio. Tecnicamente, Tristan non è umano ma una sorta di creatura millenaria nata con un unico scopo, quindi la sua superficialità ha senso, ma non sono riuscita a entrare in sintonia con Dylan. Sappiamo davvero poco di lei, mi sarei aspettata qualche informazione in più sulla sua vita, qualche riflessione sul passato alla luce di quello che le è successo. Invece la scrittrice si sofferma troppo sulla descrizione della traversata e perde di vista l’essenza dei personaggi. Si amano incondizionatamente, questa è l'unica cosa che viene ripetuta in continuazione. Come è successo? Perché? Cosa ha fatto scattare la scintilla? Dylan non fa che ripetere quanto sia perfetto Tristan, lui almeno ha una motivazione più profonda: lei si preoccupa per la sua incolumità e prova pena per il suo destino infelice. E, forse proprio a causa di queste criticità, non riuscivo a percepire questo sentimento travolgente. Insomma, non mi sentivo coinvolta.
Non viene approfondita neanche la figura della creatura mitologica (il personaggio di Tristan, d'altronde, viene presentato come il mitico Caronte) né i luoghi che visitano (la terra perduta e quella oltre il confine). Si percepisce moltissimo - ed è una cosa che ho apprezzato tanto - l'atmosfera cupa e misteriosa dei boschi scozzesi che immagina Dylan, ma avrei apprezzato anche delle informazioni sulla storia del limbo. 
Non ci sono colpi di scena, ma potrebbe essere una scelta della scrittrice, dato che la trama lascia poco spazio a eventi improvvisi e scioccanti. Credo comunque si potesse lavorare di più su questo aspetto, sembra che il romanzo sia privo di picchi tensivi, la narrazione procede piatta fino agli ultimi capitoli, in cui il tono si risolleva un po’. Il finale, infatti, è quello che ho apprezzato di più, ero molto coinvolta e ho sentito il bisogno di avere immediatamente il secondo libro tra le mani.
Nel complesso è stata una lettura piacevole, anche se si poteva dare di più. Detto questo, leggerò sicuramente il secondo romanzo, le intenzioni sono buone e ho fiducia nella penna di questa nuova scrittrice!

Il mio voto per Ferryman, Amore eterno è:




Per oggi è tutto, lettori. Grazie di essere stati con me!
Alla prossima recensione.

Commenti