Recensione "Quello che non siamo diventati" di Tommaso Fusari

Titolo: Quello che non siamo diventati
Author: Tommaso Fusari
Genere: Narrativa contemporanea
Prezzo: 9,99€ (ebook), 17,00€ (cartaceo)
Data d'uscita: 9 luglio
Casa editrice: Mondadori
Link di prenotazione/acquisto:Quello che non siamo diventati

Trama


«Andrà tutto bene, Michael.» «E come fai a dirlo, Sara? Prevedi il futuro?» «Non prevedo il futuro, ma siamo insieme, no?» Mi volto verso il campo di cocomeri e le vigne, che avevamo attraversato per arrivare alla recinzione. Non c'è nessuno all'orizzonte.

«E se andasse tutto male?» «Be', restiamo insieme.» «Sempre?» «Per tutta la vita.»
Una promessa fatta da bambini, calda e rassicurante come una carezza, come un abbraccio quando fuori fa tanto, tanto freddo. Un fratello e una sorella, Michael e Sara, che una volta erano inseparabili e ora sono quasi due estranei, due che, pur abitando sotto lo stesso tetto, si sfiorano appena. E, nel mezzo, la vita, fatta di momenti belli ma anche brutti, momenti in cui tutto può andare avanti, oppure può interrompersi bruscamente. Momenti che arrivano inaspettati per dirti che tutto deve cambiare. Anche se non vuoi, anche se non sei pronto. E a quel punto, poco importa come, tu devi trovare un modo per andare avanti. E questo hanno fatto Sara e Michael. Ognuno per conto proprio, però. Lei attenta a non far trapelare il dolore che le si appiccica alle ossa, agli occhi, ai battiti cardiaci e che le fa mancare l'aria, e a controllare sempre tutto, a non lasciarsi sfuggire niente, in un ingenuo tentativo di tenere ogni cosa in equilibrio. Lui in balia di ciò che accade, senza trovare mai la forza di avere un orientamento, col cuore imbottito di hashish e la testa di sogni infranti. Entrambi sempre più estranei, e lontani l'uno dal cuore dell'altra.
Ma a un certo punto però qualcosa, o meglio qualcuno, irrompe nella loro vita facendo vacillare il loro piccolo mondo cristallizzato, fatto di giorni sempre uguali, silenzi, muti rimproveri, possibilità sospese, distanze che diventano siderali e ricordi sbiaditi. Di nuovo, Michael e Sara sono di fronte a qualcosa che potrebbe stravolgere la loro esistenza. E se soltanto smettessero di vivere ogni cambiamento come una crepa dalla quale possono entrare solo cose brutte, forse potrebbero riprendere il cammino interrotto tanti anni prima, trovare il modo di tornare a respirare, a credere nel futuro, e, magari, infine, ritrovarsi.



Non avevo mai letto nulla di questo autore, Tommaso Fusari. Non lo conoscevo. Poi, al Fri di Milano, una blogger me l’ha consigliato. Ci siamo scambiate i numeri e la prima cosa che mi ha mandato è stato l’elenco dei libri che dovevo assolutamente recuperare. Un titolo di quest’elenco era questo: “Quello che non siamo diventati” di Tommaso Fusari.
Quando Asia ha distribuito le nuove letture, l’ho pregata di assegnarmelo. Vuoi la curiosità, vuoi che le parole di Lorena (la blogger in questione) erano state così entusiaste da essere difficili da dimenticare, fatto sta che ho iniziato a leggere questa storia.
Se dovessi riassumerla in poche parole, direi che “Quello che non siamo diventati” è il racconto di un seme che muore per poter donare nuova vita alla pianta.
Il rapporto tra Sara e Michael si è deteriorato a tal punto che sorella e fratello vivono sotto lo stesso tetto come due estranei. Non si conoscono più, non partecipano l’uno della storia dell’altra, non si parlano più veramente, guardandosi negli occhi. Si incolpano, si fraintendono, si ignorano.
Eppure si volevano bene, molto bene.
Tommaso ha un talento straordinario nel mostrare come questo affetto ormai sepolto sia stato forte, intenso, vivo una volta. Sara e Michael erano compagni di avventure, uno copriva le spalle dell’altra, una era la consigliera dell’altro.
Poi, all’improvviso, la sorte mescola le carte. Basta un secondo perché ciò che credevi di conoscere, la tua quotidianità, le tue certezze si frantumino sotto i colpi decisi dell’imprevisto, di ciò che non ti aspetti, perché certe cose accadono, ma nessuno se le aspetta mai.
Le reazioni sono differenti, il mondo è diverso e adattarsi non è affatto facile. Ed ecco che si formano le crepe, ecco che il tempo scava i suoi argini, e prima che Sara e Michael riescano a rendersene pienamente conto, si ritrovano lontani anni luce senza sapere come ci sono finiti così distanti. Proprio loro, così legati, così uniti, ora non si riconoscono più, non si capiscono più.
Le loro vite proseguono su binari ben separati e gli incontri nei quali inciampano li fanno cadere. Riavvicinarsi, ritrovarsi, imparare di nuovo a conoscersi, riallacciare quelle due metà di un filo strappato a metà potrebbe essere l’unico modo per rialzarsi, perché se le cose vanno male, la cura è solo rimanere insieme.
Ammetto di essere rimasta colpita dallo stile di Tommaso. Nonostante il genere non rientri nei miei gusti personali, non ho potuto interrompere la lettura prima di essere arrivata alla fine. Impeccabile il suo modo di raccontare i sentimenti, le emozioni, ciò che logora un animo, lo struggimento, insieme a ciò che lo redime.
Ho adorato la scelta di scrivere le scene del presente utilizzando il tempo passato e quelle del passato utilizzando il tempo presente. Il loro intervallarsi nelle cadenze della storia è stato perfetto, come se si fosse trattato di ricostruire un puzzle e ogni scena fosse l’unico pezzo che si incastrava a quello precedente.
“Quello che non siamo diventati” è una storia di rinascita, di attesa, di logoramento, ma soprattutto è una storia di amore riscoperto, dopo anni che hanno il sapore dei secoli.



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