Interviste "Libri sul mare": Cecile Bertod

Che lunedì è, se non ci sono le interviste "Libri sul mare"? 
Dopo aver conosciuto meglio Marco Canella e Fabiana Andreozzi, che saranno con noi il 9 agosto a Campomarino di Maruggio (TA), oggi facciamo quattro chiacchiere con Cecile Bertod. 






Come nasce la tua passione per la scrittura?
In realtà, a differenza magari di tante altre persone, io non avevo una passione per la scrittura, ma una predisposizione naturale, che credo derivasse dal fatto che passavo la maggior parte del mio tempo leggendo. Cosa? Tutto. Davvero tutto e di qualsiasi genere, su qualsiasi supporto. Ricordo ancora con lacrima nostalgica le istruzioni della vecchia lavatrice di mia madre, e gli ingredienti dei Coco Pops. Permettetemi un attimo di commozione. Soprattutto pensando che la lavatrice all’epoca non ero io a doverla fare e i Coco-Pops potevo mangiarli senza sentirmi in colpa neanche se prima avevo buttato giù quei due o trecento grammi di pasta al forno che non poi sennò resta. Ok, ora mi metto a piangere.


Qual è il tuo primo ricordo legato ad essa? 
Una volta mi dissi: ok, proviamo. E non lo scorderò mai. Presi il foglio, lo guardai. Ero all’università, primo anno forse. Be’, lo guardai e mi dissi, sconcertata. O Dio, ma come si fa? CI vollero due anni perché riprovassi debolmente, credo sia stata una cosa che doveva assolutamente essere fatta, dal momento che è rimasta lì a sedimentare fino a quando non mi sono costretta a provarci. Ma quel giorno non lo dimenticherò mai, mi serve come peso e misura per il mio presente.


Qual è l’elemento che non deve mai mancare in una tua storia?
Il fascino di una buona caratterizzazione, lo inseguo più della storia. Certo, non è detto che mi riesca, ma lavoro tantissimo su questo aspetto, che secondo me in un rosa, bene o male a trama fissa, vale più di ogni altro dettaglio. Ci leghiamo, amiamo, odiamo i personaggi per i loro difetti, le loro spigolosità. Io stessa finisco per amarli, portarli per sempre con me. Le risposte che potrebbero dare, le facce che farebbero se…



Come definiresti le tue storie?
Perfettamente integrate nelle mia psicosi.


Cosa ti aspetti dal festival Libri sul mare?
Di vedere tante amiche di penna che purtroppo per distanza e impegni non ho mai avuto il piacere di incontrare. Che poi è il motivo non per cui scriviamo, ma a volte, almeno nel mio caso, per cui pubblichiamo. Entrare in contatto con mille e altri universi differenti eppure così simili al tuo.


Tre buoni motivi per partecipare a questo festival?
Già per iniziare il binomio estate – Puglia, credo dovrebbe far venire a tutti una voglia immensa di partecipare. Male, sole, corpi abbronzati (ovviamente non il mio che si nutre di pallidi raggi insalubri del mio schermo a dodici pollici) magari anche palestrati. L’amore è praticamente dietro l’angolo e vi aspetta, di carta e non. Dal canto mio, farò il possibile per rimandarvi a casa pieni di pacchetti. Porto con me libri, gadget, disegni, strani aggeggi in procinto di essere costruiti e l’uomo immagine. Esatto, verrò munita di uomo altamente qualificato in fatto di bicipiti. Un re degli addominali. Il Ranocchio per eccellenza. Di quelli che si trasformano in principi perfettamente imballati in cover super-accessoriate di tartaruga. Ha promesso un bacino a tutte le principesse che passeranno a salutarci!
Se preferite il bacino posso darvelo anche io. Sono una maestra di bacini sul naso. E poi preparo delle polpette divine.
Vi aspetto
Cecile

Ti aspettiamo, Cecile!


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