Review Party "Paria dei cieli" di Isaac Asimov


Buongiorno, lettori!
Ecco la recensione del terzo e ultimo romanzo del Ciclo dell'impero di Asimov: Paria dei cieli.
Ringrazio ancora la casa editrice Mondadori per questa magnifica opportunità!

Titolo: Paria dei cieli

Autore: Isaac Asimov

Editore: Mondadori

Prezzo ebook: 9,99 euro 

Prezzo cartaceo: 18,00 euro 

Serie:  Ciclo dell'impero #3

La Terra nell'anno 827 dell'Era galattica: un mondo di diseredati, anzi di paria. Devastata dalle radiazioni ma abitata da una razza ostinata e indomita, l'antica culla dell'umanità sta per trasformarsi in un campo di battaglia. Le forze in gioco: l'alta gerarchia terrestre, decisa a congiurare contro il potere imperiale per restituire alla Terra le antiche glorie; l'immenso Impero Galattico, forte di duecento milioni di pianeti e che nessuno può sconfiggere; un pugno di terrestri leali all'impero, un archeologo, un'arma segreta e soprattutto Schwartz, l'uomo venuto dal passato. Saranno queste le pedine che, su un'immensa scacchiera, decideranno le sorti dell'umanità in un intreccio tipico del miglior Asimov. Una vicenda ambientata nell'universo delle Fondazioni, ma prima del crollo dell'Impero e quando Trantor governava al massimo dello splendore su tutto l'universo conosciuto.

Ci troviamo nell'827 dell'E.G. (era galattica), cioè esattamente 827 anni dopo la fondazione dell'impero. Migliaia di anni prima la Terra era l'unico pianeta abitabile, ora ce ne sono milioni e milioni.
Primo aspetto interessante: i terrestri sono considerati dei primitivi. Sono radioattivi e infetti. In una scena terribilmente evocativa, lo scienziato Shekt, un personaggio centrale del romanzo, analizza Schwartz, l'uomo del passato, e lo descrive come una scimmia, peloso e primitivo. La Terra è un mondo arretrato, barbaro e malato, e onestamente la descrizione così vivida mi ha inquietato tantissimo. Durante tutta la lettura ho immaginato di vivere in un mondo post apocalittico, dopo una fantomatica terza guerra mondiale, in cui davvero le radiazioni hanno cambiato il nostro Dna e il ricambio di esseri umani è così necessario da rendere obbligatoria l'eutanasia.
Ma, tornando alla storia, i terrestri sono stanchi di essere trattati in questo modo e considerati alla stregua di animali inutili e sacrificabili. Gli "esterni" (come vengono chiamati gli abitanti dell'impero), conoscendo questo malcontento temono una ribellione della Terra. 
E' stato molto interessante il discorso che si è aperto a un certo punto tra i personaggi principali (3 terrestri e un esterno) sulla necessità o no di questa guerra. Lo scopo era rivendicare autorità e considerazione da parte dell'impero, ma tirannide chiama tirannide. Potevano essere certi che la situazione non sarebbe rimasta la stessa e che non si sarebbe trattato soltanto di sostituire un tiranno con un altro?
Ma un dibattito importante viene aperto anche sul tema del razzismo, molto attuale e facilmente condivisibile. E' uno dei temi principali del romanzo, che seguiamo attraverso commenti e riflessioni ad esempio sui matrimoni misti (per un terrestre e un esterno è impossibile sposarsi), oppure sulle donne terrestri, ritenute di bell'aspetto ma comunque inferiori (a questo proposito c'è un bel risvolto romantico che non vi voglio anticipare!). E ci si pone una domanda sconcertante: si saprebbero distinguere i terrestri in una folla mista? Chiaramente no, perché sono esattamente identici agli esterni, anche loro sono esseri umani. 
L'unica differenza è la cultura, ci spiegano: sono stati cresciuti nel clima razzista dall'infanzia, quindi non riescono a pensarla diversamente. E questo mi ha fatto riflettere: è chiaramente una critica alla società odierna, infatti viene anche specificato che l'odio genera odio; il razzismo non è certamente a senso unico. 
Da questo punto di vista, il finale fa sperare in un cambiamento di rotta: senza spoilerare nulla dirò solo che a parer mio l'autore è stato eccessivamente ottimista nel tentare di risolvere una situazione attuale e delicata come questa. 
Comunque, ancora una volta Asimov è perfettamente nella metafora, e ci regala una storia interessante, appassionante e mai banale. 
Alla luce di questa lettura devo quindi cambiare il mio giudizio: questo è ufficialmente il mio libro preferito del Ciclo dell'impero.
Arrivati a questo punto spero che le mie recensioni vi abbiano incuriosito e, se così fosse, buona lettura e... alla prossima!

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